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La Diablada partenopea di Alessio Arena, sospesa tra valorizzazione delle origini e spirito cosmopolita

Diablada, ultimo singolo del cantascrittore Alessio Arena, apripista del primo disco interamente in italiano, “Il mare Minore”, è frutto dell’incontro e dell’intreccio di tre percorsi.

 Quello umano di Alessio, intrapreso per superare i suoi blocchi di comunicazione e esprimere i suoi pensieri e le sue emozioni attraverso dei mezzi che rappresentassero altrettante “scorciatoie”, o per meglio dire dei percorsi agevolati per “stare in mezzo alla gente” ed esprimere il suo variegato mondo interiore.

Quello intorno al mondo che ha toccato tanti punti ed è entrato in contatto con tante culture, tradizioni, miti e riti diversi, senza mai perdere il contatto con le radici e la terra madre: Napoli.

Quello professionale cominciato con il suo primo romanzo, “L’infanzia delle cose” (Manni Editori) uscito nel 2009. Continuato, nello stesso anno, grazie all’incontro con una piccola etichetta indipendente campana, che pubblica il singolo “L’uomo con la finestra in petto”.

E articolatosi attraverso tre fasi di snodo nevralgiche: il Premio a Musicultura 2013, all’Arena Sferisterio di Macerata; l’uscita con Neri Pozza dell’ultimo romanzo, “La Letteratura tamil a Napoli”; il giro italiano di presentazioni promosso dall’editore e il primo viaggio tour-in America Latina, cominciato all’inizio del 2017.

“Un viaggio-tour – sottolinea Alessio – intrapreso con la chitarra in spalla dall’Isola di Chiloé a Panama, passando per Santo Domingo”.

Ora il suo percorso artistico, che si interseca con quello esistenziale, continua nel Nord del Cile. Dopo il successo dell’appuntamento in musica al Cuatro y Diez di Santiago, martedì 8 novembre farà tappa ad Arica, città ai confini con il Perù, al concerto per la maratona Telethon, ospite di Manuel Garcia, letteralmente “innamoratosi” del suo stile, dopo aver sentito un suo pezzo trasmesso alla radio nazionale spagnola. Un incontro “virtuoso”, all’insegna del talento e della professionalità, dato che Manuel Garcia è un apprezzatissimo cantautore cileno, ammirato dalla critica e dal pubblico.

Sabato 11 novembre, poi, sarà la volta, di Casa de Cultura de Iquique.

Dopodiché comincerà il suo viaggio nel deserto di Atacama. Un viaggio tra il deserto e il Nord del Cile, della durata di ben due mesi, tra silenzi, suggestioni, musica e parole che lui stesso racconterà attraverso un video-diario, reso disponibile attraverso Youtube, che sarà testimonianza “degli incontri musicali, dei posti, e delle mitologie del grande deserto”.

“Nel posto più sterile del mondo – racconta ancora –  ho sentito il silenzio più perfetto e immaginato, così, tutta la musica e le canzoni che in nessun altro posto, forse, avrei avvertito”.

La sua è un’alchimia tra le note e le parole. Quelle parole che hanno cominciato a prendere forma e consistenza sulla carta grazie alle lettere scritte ad una madre lontana.

“Ho iniziato con la scrittura – rievoca Alessio –  perché era più facile per me. Avendo avuto una madre lontana, le scrivevo settimanalmente lunghe lettere. Quelle lettere con il tempo cominciarono a distorcere la realtà, a contenere sempre più alte dosi di creazione artistica”.

Uno stile, quello del “romanzo” della sua vita, che va prendendo forma, in bilico tra quello cronachistico, asciutto ed ispirato da obiettivi di “oggettività”, e quello romanzato tipico degli scrittori, che attraverso il filtro della scrittura riescono a conferire un gusto più sapido anche alle giornate ed ai momenti più grigi ed apparentemente ordinari.

Una silloge di finzioni romanzate e romanzesche che man mano, pirandellianamente, assume più veridicità della stessa realtà quotidiana.

E poi c’è l’incontro e la simbiosi con la musica.

“La musica – sottolinea – rappresenta una vera tradizione di famiglia. Ma era una tradizione poco seria. Io ho lottato e lotto contro questa concezione familiare sin da quando ero bambino”

Ed eccoci arrivati all’oggi ed alla sua Diablada partenopea, realizzata con la partecipazione della banda di percussioni “Bateria Pegaonda” e una strumentazione tradizionale e contemporanea, allo stesso tempo, diretta da Arcangelo Michele Caso. Nel videoclip, prodotto dalla Be.Bo Film Music Art, le note e le parole si sposano con le immagini del videoclip per la regia di Claudio D’Avascio.

“Come sempre, nei miei viaggi di questi ultimi anni, e nelle tournée che spesso organizzo autonomamente, mi innamoro di suoni e storie musicali lontane. Però adesso volevo raccontare un fatto nostro, nella mia lingua principale, che è il napoletano. Nella Diablada c’è una strizzatina d’occhio al ritmo tipico delle celebrazioni religiose de La Tirana, un’oasi in pieno deserto di Atacama, nel nord del Cile. Ma è un ragazzo della Sanità a scriverla e cantarla. Racconta di guerra di quartieri, ma anche quella interna ad ogni uomo, a Napoli o in qualsiasi parte del mondo”.

Alessio però sta anche coltivando un ulteriore progetto, testa di ponte tra il presente e il futuro. Si tratta del libro dedicato alla figura di Gilda Mignonette, nome d’arte di Griselda Andreatini, cantante e “sciantosa” del varietà italiano, emigrata a New York, dove viene acclamata dal grande pubblico. Successo che le vale la definizione di “regina degli emigranti”. Per completare questo progetto editoriale Alessio prossimamente volerà a New York.

In un momento storico in cui il processo di globalizzazione divora sempre più identità peculiari e territoriali, come sottolinea il sociologo Zygmunt Bauman, mentre i localismi mostrano la loro incapacità di alzare gli occhi verso orizzonti più ampi, Alessio Arena dimostra di saper “lanciare il cuore oltre l’ostacolo”, perseguendo con tenacia i suoi obiettivi di crescita umana e professionale.

Infatti, attraverso la sua Diablada partenopea, sembrerebbe riuscire a realizzare quel delicato equilibrio tra globale e locale, tra rivendicazione e orgoglio per le proprie origini ed uno sguardo rivolto verso il resto del mondo. Una dimensione “glocale” che spira forte dal suo ultimo singolo che è possibile ascoltare ai seguenti link: https://youmedia.fanpage.it/video/af/WfCrUeSwUYQoZtVO, ed anche https://youtu.be/-mPfOOzrIcM.

Un’operazione che Alessio compie superando anche le artificiose cesure tra musica e letteratura, riscoprendo il sottile ma tenace fil rouge che da sempre unisce questi due linguaggi espressivi.

Per conoscere meglio l’universo artistico di Alessio Arenawww.alessioarena.com, Facebook,  Twitter

 

 

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