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Intervista al cantante Basilico

  • Ciao cominciamo con una domanda di rito: quando si è sviluppata la tua passione per la musica? Come nasce il tuo nome d’arte?

Da bambino ho sempre desiderato avere un Walkman per ascoltare le vecchie audiocassette di mio padre, ricordo bene, era l’estate del 1997 ed ero in vacanza con i miei genitori a Riccione e mi regalarono il tanto amato walkman; e così iniziai ad ascoltare Venditti, gli Eurythmics, i Queen e altri artisti in voga negli anni ’80. Da adolescente ho ascoltato veramente di tutto, dai Blink182 ai Daft Punk, da Toto Cutugno ai Rockets passando per i Ricchi e Poveri arrivando pian piano al cantautorato italiano e ancora la musica leggera italiana degli anni ’70 e ’80 come Celentano, Viola Valentino, Flavia Fortunato. Negli anni più recenti ho apprezzato e apprezzo tuttora Dente con i suoi testi così veri e profondi.
Il nome Basilico nasce per diversi motivi: il suo profumo lo trovo così profondo e allo stesso tempo semplice, come spero sia il messaggio che arrivi ascoltando le mie canzoni, poi sono italiano e il basilico credo sia uno dei simboli che rendono l’Italia riconoscibile in tutto il mondo, basti pensare alla pizza Margherita e al basilico messo alla fine sopra.

  • Cosa ne pensi dei talent show? Giocherai anche tu questa carta per far guadagnare visibilità alla tua musica?

Non ho mai seguito molto i talent show anche se riconosco che molti artisti sono riusciti ad emergere proprio grazie a queste trasmissioni.
Non escludo nulla per il mio futuro, sicuramente voglio continuare a scrivere canzoni e a divertirmi mentre lo faccio, per me questa è la cosa più importante.

  • Quali e quanto sono al giorno d’oggi le possibilità di affermazione per un cantante emergente? E quali le difficoltà? 

Negli ultimi anni, a mio avviso, la musica ha preso una strada legata sempre più ai trend del momento i quali sono sempre in continua evoluzione. In questo scenario è complesso (ma non impossibile) per un artista emergente riuscire ad affermarsi con le sue canzoni, soprattutto se si discosta dai gusti e dalle mode del momento. Credo sia importante per ogni artista emergente (ma non solo) portare avanti la propria visione della musica, che può anche cambiare nel tempo ed evolversi, perché la vita artistica è un percorso in continuo movimento.

  • Parlaci del tuo brano!

Luna piena vuole essere una canzone fresca e leggera nelle sonorità, accostandosi ad un testo che racchiude una storia profonda e triste, che parla di un passato spensierato ormai lontano, un amore finito ma mai del tutto concluso anzi, forse più vivo che mai. Una scintilla di speranza che non si spegnerà mai, nonostante tutto, un ricordo che rimane vivo nei cuori di chi la storia l’ha vissuta. Spero di poter suscitare negli ascoltatori le stesse emozioni forti che ho vissuto io scrivendo Luna piena.

  • Come definiresti esattamente la tua musica? E a cosa ti ispiri per scrivere i testi?

La mia è musica leggera anzi leggerissima, per citare Colapesce e Di Martino… Scherzi a parte è proprio attraverso sonorità anni ’80 fresche e leggere con note elettroniche che si accostano testi spesso legati ad un passato tormentato d’amore. Oltre a questo, le mie canzoni raccontano la mia vita, il mio passato, le mie speranze. Ascolto molti artisti nazionali e internazionali, del presente ma soprattutto del passato e questo mi è di molta ispirazione, a volte per andare avanti bisogna fare un passo indietro allora è lì che guardo per scrivere i testi: al passato.
Il mio passato mi è di molta ispirazione come lo è anche la mia quotidianità: sono molto curioso e un buon osservatore (adoro i dettagli). Spesso, per scrivere le mie canzoni, salgo in macchina e inizio a vagare per la città; a volte mi piace andare al mare d’inverno e stare qualche giorno per i fatti miei ad ascoltare Mina, Battisti e Lucio Dalla.

  • Futuro?
    Continuerò sempre a scrivere canzoni con testi semplici e sonorità leggere ma non nascondo che sto lavorando su alcune cose più profonde per avvicinarmi al cantautorato italiano, per me fonte di grandissima ispirazione. Mi piacerebbe scrivere una canzone con il solo accompagnamento del pianoforte.
    Per ora mi sto concentrando sull’uscita di singoli, aspettando che i tempi siano maturi per un album, magari prima passando da un EP.
    La musica indie non è morta, è più viva che mai!

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