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Intervista ai MoTs

Nichola Belli, conosciuto come “Nichel”, e Andrea Quadrelli, noto come “Osea”, sono i talentuosi componenti dei MoTs, un duo che ha fatto il suo ingresso nel mondo della musica nel 2019. L’acronimo “MoTs” deriva dalle città natali dei due artisti, Modena e Trieste, rispettivamente. È proprio grazie alla passione per le sonorità musicali che Nichel e Osea si sono incontrati, decidendo poi di unire le forze per creare nuove e coinvolgenti canzoni.

I primi frutti della loro collaborazione sono emersi con brani come “A casa tutto ok”, che ha segnato il debutto del duo due anni fa, ricevendo un’accoglienza positiva sia sulle piattaforme di streaming musicale che attraverso il video di animazione pubblicato sui social media. Successivamente sono seguiti singoli come “Paradise” e “Se non avessi te”, insieme a “Godersi la tristezza” (vincitore del Premio Qualità al Festival di Rimini 2022), “Countdown” e “Jolly Roger”, che hanno contribuito a dare forma al loro primo album, intitolato “7084”, ottenendo un notevole successo di ascolti su varie piattaforme musicali.

Nonostante le loro diverse esperienze musicali pregresse, i MoTs hanno trovato la loro identità nel genere electro pop, che consente loro di esprimersi appieno sia a livello musicale che testuale. I loro testi riflettono la realtà contemporanea, offrendo una visione autentica del mondo che ci circonda, senza trascurare gli aspetti più profondi dell’animo umano.

Al momento, i MoTs si trovano in studio di registrazione con il loro produttore Cristiano Norbedo, il terzo “Mots”, per lavorare al loro secondo EP. Il loro ultimo singolo, “Promised land”, è ora disponibile su tutte le principali piattaforme di streaming digitale e in rotazione radiofonica dal venerdì 19 gennaio 2024. Con la loro musica coinvolgente e le liriche significative, i MoTs continuano a conquistare il cuore degli ascoltatori. 

Come definireste lo stile musicale della vostra band e quali influenze vi guidano?

Lo stile verso cui ci orientiamo è quello dell’elettropop, almeno per quanto riguarda l’aspetto puramente musicale. La prima influenza che ci ha ispirato sono stati i Daft Punk, ci intrigava l’idea di fare musica di quel tipo ma con testi in italiano. Poi non nascondiamo che nella ricerca dei suoni ci riferiamo anche a tanta musica pop degli anni Ottanta. Per quanto riguarda i testi, invece, non possiamo che ispirarci al cantautorato italiano, di cui entrambi siamo grandi fan.

Raccontateci il vostro processo creativo. Come nascono le vostre canzoni?

Di norma procediamo con un processo ormai piuttosto collaudato. Nichel butta giù una primissima bozza di canzone cantata in finto inglese che realizza con un software, da lì poi Hosea scrive un testo, lasciandosi ispirare dalla musica. Una volta che abbiamo unito le due parti passiamo tutto a Cristiano Norbedo che è il nostro produttore e che consideriamo il terzo MoTs. Lavorando con lui riusciamo a definire meglio ogni singola parte per arrivare alla canzone finale.

Qual è stata l’esperienza più memorabile che avete vissuto sul palco?

Beh sicuramente la nostra partecipazione alla finale del secondo Festival di Rimini. Ci eravamo conosciuti proprio lì alla prima edizione, come autori in singolo, e tornare come gruppo è stato bello. Inoltre, il fatto di aver vinto il premio della giuria di qualità ovviamente ha reso quella serata ancora più memorabile.

Qual è il vostro obiettivo principale come band?

La nostra ambizione sarebbe quella di riuscire a mandare messaggi importanti, di sostanza, come appunto sanno fare i grandi cantautori italiani, attraverso canzoni che però sappiano essere pop. Come traguardo personale, invece, ne avremmo uno molto semplice ma anche parecchio difficile da raggiungere, e cioè riuscire a campare della nostra musica e poterla vivere come occupazione principale.

Parliamo di questo brano, come nasce?

Solitamente tendiamo a fare canzoni che abbiano tematiche sociali, che riguardano la collettività, però nello scorso EP come in questo secondo, di prossima uscita, vogliamo anche lasciare spazio all’aspetto più intimo e legato al sentimento. Forse questo pezzo fonde entrambe le anime dei MoTs dato che l’argomento è l’amore verso una donna che però è descritto come un paesaggio, una terra promessa, appunto.

Qual è il messaggio principale che desiderate trasmettere attraverso la vostra musica?

Spesso le nostre canzoni parlano della situazione in cui ci troviamo come esseri umani in questo periodo storico. Ovviamente non ci illudiamo che invitare a riflettere su certe tematiche, spesso non proprio positive, possa cambiare le cose però crediamo che contribuire a mettere in circolo certi pensieri aiuti a sentirci più uniti come comunità e a non sentirci soli. Vorremmo far passare il messaggio che le cose si possano cambiare solo come collettività.

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