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I giorni felici ai tempi di HAPPY DAYS

Viaggio nel passato seguendo le orme di “Happy Days”

LA NOSTRA STORIA - TUTTO IL MONDO DI HAPPY DAYS
LA NOSTRA STORIA – TUTTO IL MONDO DI HAPPY DAYS

Sembra impossibile pensare oggi a questa frase: “i giorni felici”. Sembra una dichiarazione velleitaria come se la felicità non appartenesse più ai nostri giorni. Eppure, c’è stato un momento della nostra vita di ragazzi della “generazione X”, che il tempo si è fermato, come d’incanto, catturati da una sigla musicale che azzerava ogni attività, faceva chiudere i libri di studio, interrompeva le nostre partite di calcio all’oratorio. Quella sigla, in inglese, la conoscevamo tutti ed era il preludio del telefilm “Happy Days”.

Un fenomeno di massa, lo chiameremmo oggi, con record di ascolti in tutto il mondo a compendio di una ricetta semplice ma accattivante che vedeva un gruppo di teenagers d’oltreoceano crescere tra le rassicuranti mura di una tipica casa americana ed i tavoli di una paninoteca che nel nostro Paese non aveva ancora tentato di cambiare le nostre abitudini culinarie.

Se questo spettacolo televisivo è stato così famoso sorge spontanea la domanda: “chissà quanti libri esistono sulla storia e sulle vicende di Happy Days”. Nulla di più sbagliato. Di fronte all’enormità del successo nessuno si era mai preso l’impegno – o meglio, la missione di far tornare a sognare chi quel telefilm lo ha visto e chi lo ha solo sentito nominare. Ci sono riusciti, con un lavoro di ricerca immane ed il gusto per il dettaglio, Giuseppe Ganelli ed Emilio Targia. Giuseppe, che di mestiere fa il radiologo, non poteva che “passare ai raggi x” ogni fotogramma, ogni dettaglio, ogni aneddoto, raccogliendo testimonianze dirette, trasformando questo capolavoro della storia della televisione mondiale, un vero e proprio culto. Non a caso ha fondato anche l’Happy Days International Fans Club diventando anche il recordman mondiale di oggetti di questa sit-com. A fargli da compagno di viaggio, Emilio Targia, giornalista di lungo corso con grande esperienza nel mondo della cultura e dello spettacolo. Già, perché Happy Days è stato anche cultura, perché leggendo le bellissime ed intriganti pagine di “La nostra storia – Tutto il mondo di Happy Days”, nulla fu lasciato al caso, cercando di portare al pubblico, perlopiù giovane, anche messaggi educativi, di rispetto, di amicizia e di cultura dell’altro. Fu “disinnescato” il ruolo del “bullo” che, impersonato da Henry Winkler, trasformò Fonzie in un esempio di duro-gentile, dall’animo altruista e con una propria morale che casa Cunningham aveva il compito di custodire mentre il progresso ed il cambiamento dei costumi dettava i suoi tempi.

Viene analizzato il profilo di ogni interprete, con i principali attori che nel tempo sono anche diventati registi affermati (Ron Howard, Anson Williams, Don Most), viene sottolineato il grande lavoro organizzativo, fino a dettagliare i ritmi di lavorazione delle riprese, le aspettative crescenti del pubblico invitato sul set, i dubbi iniziali della ABC Tv sull’effettivo successo del programma. Grande spazio è lasciato anche allo sceneggiatore, Garry Marshall che progressivamente divenne un padre per tutto il cast. Vengono scandagliati i momenti di riflessione degli attori, i loro dubbi, la loro felicità, in un caleidoscopio di emozioni che non possono non coinvolgere il lettore.

Il lavoro, ma potremmo meglio dire, “il viaggio” di Giuseppe ed Emilio, si spinge al dettaglio estremo che, come in un fermo-immagine, riassume tutti i 255 episodi (distribuiti in 11 anni di riprese) e le loro trame, in un cammino che, chiudendo gli occhi, chi ha avuto la fortuna di vedere questo telefilm, può facilmente ricordare come se fosse entrato in una favolosa macchina del tempo.

Non mancano i memorabilia, raccolti in anni di ricerca attenta, che danno forma, insieme a molte foto di scena, alla storia di Happy Days.

In conclusione, se si vuole immergersi in questa lettura, bisogna predisporsi a sorridere, a riflettere, forse anche a piangere di emozione per i ricordi che avevamo messo in un cassettino della nostra memoria, con uno striscione posto sulla destinazione finale che vede scritto a caratteri cubitali “giorni felici”.

Accendendo in sottofondo la famosissima sigla non resta che augurare a tutti i fortunati lettori quanto indicato nella prefazione: “Hey“! ora tocca a voi. Fate buon viaggio”.

Giuseppe De Carli

 

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