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Vertenza OSS-Napoli 1 Centro: Verdoliva non riceve i lavoratori Gesco, loro occupano la sede del Frullone

Smarrazzo (Gesco): “Nessuna volontà politica sembra contare più della decisione della direzione generale Asl”. Solidarietà agli operatori dai consiglieri comunali Andreozzi (Napoli Solidale), Acampora (PD), Borriello (M5S), Guangi (Forza Italia) e dallo scrittore Maurizio de Giovanni

Napoli, 7 novembre 2024 – I lavoratori sociali di Gesco hanno occupato da qualche ora la sede della direzione generale della Asl Napoli 1 Centro al Frullone, dopo il rifiuto di riceverli del direttore Ciro Verdoliva, che ha fatto sapere di aver espresso già la sua posizione in merito alla loro vertenza.
A nulla servono né l’Ordine del Giorno del Consiglio Regionale approvato all’unanimità martedì scorso, né l’omologo del Consiglio Comunale approvato il 22 ottobre, né le 15mila firme raccolte on line, né le centinaia di organizzazioni sociali – tra cui Legacoop Campania, Cnca, Less, Jonathan, Fish – che stanno appoggiando la vertenza degli operatori socio sanitari, degli psicologi e degli assistenti sociali che dal 31 ottobre scorso sono stati letteralmente sbattuti in mezzo alla strada.
La decisione della direzione Asl appare unica, irremovibile e, ad oggi, immotivata, sorda a qualsiasi ragione: né quella delle persone a cui lo stesso dirigente si è rivolto durante il Covid affinché affiancasse o sostituisse il personale pubblico nell’emergenza più buia negli ospedali, né quella di trent’anni di storia di integrazione tra la cooperazione sociale e il servizio pubblico, né quella degli utenti e delle famiglie che continuano a scendere in piazza da oltre un mese, per rivendicare la continuità dell’assistenza nelle Sir, negli ospedali, nei centri diurni.
Questa mattina i lavoratori avrebbero solo voluto consegnare un plico con i due Odg – di Regione e Comune – il testo della raccolta firme e quello dell’assemblea delle organizzazioni sociali. Niente. La linea scelta sembra quella di trattare i lavoratori sociali come persone indesiderate e di gettare un colpo di spugna su un processo di integrazione sociale, di costruzione di percorsi di autonomia per le persone più fragili, che dura da trent’anni. Per questo i lavoratori sociali sono decisi a non abbandonare il presidio al Frullone e continuano a protestare.
«Siamo molto rammaricati per come stanno trattando i nostri operatori – afferma il presidente di Gesco Giacomo Smarrazzo – ai quali continuiamo a essere vicini in questi momenti così difficili. Alla fine, nessuna volontà politica sembra contare più dell’ostinazione di un direttore regionale che si è rifiutato di ricevere i lavoratori, neanche per la consegna di un documento. Sembra che sia deciso a fare in modo che Napoli sia, a questo punto, l’unica città d’Italia che rinuncia alla collaborazione della cooperazione sociale per la costruzione del welfare locale».
Intanto numerose attestazioni di solidarietà stanno arrivando agli operatori.
«Apprendiamo con enorme sgomento che i lavoratori sociali Gesco hanno occupato la sede della Asl Napoli 1 Centro ed esprimiamo loro tutta la nostra solidarietà”, lo dichiarano i consiglieri comunali Andreozzi di Napoli Solidale, Acampora, capogruppo del PD, Borriello, capogruppo del M5S, Guangi, di Forza Italia. «La ripetuta indisponibilità del direttore generale dell’Asl Ciro Verdoliva, che si rifiuta di incontrare gli operatori socio sanitari e il suo mancato riguardo anche per le risoluzioni del Comune e della Regione che chiedono alle rispettive amministrazioni di adoperarsi per scongiurare tagli e licenziamenti, non può non essere stigmatizzata», proseguono. «Chiediamo pertanto al Sindaco di Napoli Gaetano Manfredi e al presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca un loro autorevole intervento, allo scopo di scongiurare i licenziamenti e l’interruzione di percorsi riabilitativi e di integrazione sociale di successo».
Solidarietà anche da Maurizio de Giovanni: «Trovo veramente terribile la condizione dei lavoratori di Gesco che hanno sopperito in maniera assolutamente competente a una carenza grave delle istituzioni. È assurdo che oggi debbano ricorrere a una forma così forte di protesta quale l’occupazione per poter continuare a fare il loro lavoro. La proroga del contratto credo sia una improrogabile necessità e mi aspetto che le istituzioni pongano attenzione immediata alla risoluzione della situazione», dichiara lo scrittore.

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