29 Settembre 2023

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cronaca LAVORO

UN GRIDO D’AIUTO PER MANTENERE VIVA L’ARTE A Cava de’Tirreni AIUTIAMO LOLA NON RESTARE INERTE

Stiamo cercando volontari per la nostra cara amica Apollonia D’Arienzo ( Lolita ), affetta da SLA (sclerosi laterale amiotrofica).
L’ aiuto consiste nel sollevarla dal letto per sederla e viceversa .
Gli orari sono : alle 17:00 e alle 19:30.
Il tutto comporta solo 10 minuti del vostro tempo, ovviamente sempre in due volontari per volta seguendo una turnazione. Per appuntamenti telefonare al seguente numero :  089 443960,  L’aiuto richiesto e specificato dettagliatamente sotto si chiede a titolo gratuito.
Lolita vi ringrazia infinitamente.. Lola è fonte di ispirazione per tutti coloro che nel paesino metelliano hanno il desiderio di intraprendere la carriera artistica, poiché prima di essere affetta da SLA era una ballerina di fama internazionale e ancora oggi con il battito delle sole ciglia scrive libri e stupisce sempre tutti coloro che la conoscono. Ecco chi è Apollonia

Apollonia D’Arienzo, per gli amici Lolita, 63 anni, ex insegnante di danza classica di Cava de’Tirreni, nonostante viva immobilizzata nel suo letto a causa della sclerosi laterale amiotrofica da cui è affetta da 13 anni, è riuscita a superare quel muro di silenzio in cui si era chiusa dopo la malattia. E nel suo primo libro «Parole tra le ciglia», edito da Marlin, ha urlato a squarciagola le sue emozioni.

Lettera dopo lettera, sillaba dopo sillaba, parola dopo parola Lolita ha dato voce a quel cuore che ha deciso che deve continuare a battere. La forza della vita è più forte del desiderio di lasciarsi andare. I suoi occhi blu, così intensi, parlano per lei, attraverso i battiti delle sue ciglia. Rivelano il suo coraggio, la volontà di riuscire a volare al di là del suo stesso dolore anche quando tutto sembra ormai impossibile. Anche quando non riesci più a muoverti, a parlare, a respirare. Testimoniano che la vita, qualsiasi cosa accada, vale sempre la pena di essere vissuta fino in fondo. Nonostante la sofferenza, nonostante tutto.

«Per anni ho vissuto isolata poi ho capito che avrei potuto dare una mano a chi si trova nella mia stessa condizione», spiega aiutata dalla sorella Rosaria. In questi giorni il sintetizzatore vocale donatole dall’amministrazione comunale e che le permette di comunicare non funziona benissimo. Un libro per raccontare la sua storia ed evitare che altre donne diventino trasparenti, invisibili come è successo a lei…
«Sì, grazie all’aiuto delle persone a me più care ho raccolto le mie poesie, i miei versi, le mie emozioni. Ci ho impiegato dodici anni ma ho voluto lanciare il mio messaggio d’amore verso la vita e aiutare l’Aisla, l’associazione italiana sclerosi laterale amiotrofica, donando il ricavato del libro distribuito con un contributo volontario».
La vita per lei è scandita da tubi, un respiratore artificiale e da un letto in cui è costretta a vivere ormai da sei anni.
«Trascorro le mie giornate leggendo (in queste settimane Freud), ascoltando musica classica e le canzoni di Antonello Venditti e Renato Zero. Guardo la tv e le cassette con i saggi delle mie ex allieve che spesso mi vengono a trovare. Mi diverto ad organizzare feste a sorpresa per i miei cari. Ho una passione per la cucina. Mi piace guardare La prova del cuoco e Amici. La cucina e la danza. Per Natale ho già pensato a una ricetta che farò preparare alla mia famiglia: tortino di crepes e totani ripieni di patate ».

Cosa le manca di più della sua vecchia vita?
«Mi manca la mia vecchia casa dove potevo stare con Vittorio, mio figlio». (Una lacrima scende sul suo volto. Quando parla di lui, che adesso vive con il padre, ma che riesce a vedere un po’ più spesso, non è capace di trattenere in alcun modo l’emozione).
Cosa la spinge ad andare avanti?
«I ricordi».
Ce n’è uno in particolare?
«Il Natale quando è nato mio figlio Vittorio. Fu una festa bellissima».
C’è un oggetto a cui è affezionata e da cui non potrebbe mai staccarsi?
«Le mie scarpette di danza. (Sono rosa confetto, appese alla parete, sopra il suo letto). Amavo tanto, troppo la danza… e sono contenta di incontrare le mie ex allieve, mie care amiche che avevo perso a causa del silenzio in cui mi ero chiusa. Per fortuna le ho ritrovate ed è sempre bello poterle vedere».
Quale messaggio vorrebbe lanciare a chi soffre come lei?
«L’interiorità vale più della normalità». Il nostro è un GRIDO DI SPERANZA E AIUTO PER UNA PERSONA CHE CON UN BATTITO DI CIGLIA  RIESCE A FARCI EMOZIONARE.

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