I The Fottuttissimi rendono omaggio a “Shout”, brano storico del 84 dei celeberrimi Tears for fears.
Brano eseguito magistralmente con un arrangiamento rispettoso che non vuole riportare le atmosfere 80s ma che non vuole neanche strafare o apparire sfarzoso come nei tempi di oggi dove anche il rock è una copia patinata di se stesso.
Una versione funzionale, efficace con il tocco di Alteria che lo rende interessante: la sua voce, graffiante, con armoniche potenti, è aria che soffia nelle frequenze del mix che lascia respirare il brano e lo eleva ad una dimensione più eterea.
Il suono pulito e ben separato è quello da rock commerciale, un po’ Bon Jovi, un suono comunque adeguato e riconoscibile.
Una band di alto livello The Fottutissimi sia per il livello tecnico che per la facilità di assorbimento del genere. Dei futuri Marlene Kuntz o Afterhour? Verdena? ….lo vedremo…
Link streaming: https://open.spotify.com/intl-it/album/1fBILzMKhjRp9t5zbvStrx
La band ci informa che:
La copertina della nuova Shout ritrae una teenager nell’atto di urlare. Il brano vuole essere un’esortazione ai più giovani a mettere a fuoco le cose importanti (da qui la sfocatura e la dinamicità dell’immagine in movimento) invitandoli ad urlare il loro disagio, la loro disapprovazione contro ciò che accade in questo mondo di guerre ed ostilità, dove l’economia regna sovrana, l’apparenza conta più della sostanza e dove le politiche utili alla conservazione e al benessere della nostra razza non sono che il fanalino di coda di tutti i programmi politici mondiali.
Dunque in perfetta continuità con il brano originale del 1984 quando in mezza Europa si percepiva la tensione dovuta alla guerra fredda “il pezzo ha a che fare con la protesta ed incoraggia le persone a non fare cose senza metterle in discussione, agendo senza pensare“, come ricordano gli stessi Tears for Fears.