Si è conclusa domenica 19 luglio, la IV edizione di Teatro alla Deriva, l’innovativa rassegna teatrale, sulla zattera, che ha animato il giardino delle Terme Stufe di Nerone, per quattro domeniche consecutive. Una manifestazione unica in Italia, divenuta ormai un appuntamento estivo fisso, il cui valore è stato riconosciuto nel 2013 dal Premio Antonio Landieri come Miglior Rassegna Teatrale. La particolarità di Teatro alla Deriva risiede nel fatto che gli spettacoli vengono rappresentati su di una zattera galleggiante, costruita appositamente e posizionata all’interno del lago termale delle Stufe di Nerone.
Un teatro flottant, quindi, dove gli attori devono sfruttare al massimo lo spazio scenico, e la propria capacità mimica, prestando attenzione a non perdere né il filo né l’equilibrio. Un teatro instabile, dove la surreale cornice fornita dalla location ha reso il tutto ancor più poetico, sospesa così tra fuoco, acqua e cielo, l’arte ha qualcosa di ancor più arcaico e rituale. Un teatro fatto per sottrazione, talvolta estrema, ed arricchito di tutto il simbolismo e la percezione cre-attiva che una buona rappresentazione teatrale deve stimolare.
La rassegna, nata da un’idea di Ernesto Colutta con il contributo del drammaturgo e regista Giovanni Meola, che per il terzo anno ne è anche direttore artistico, ha presentato tre compagnie emergenti, ma già affermate, alle prese con drammaturgie originali o riscritture di classici del passato. Prima della drammaturgia, ad aprire la rassegna, una serata dedicata all’improvvisazione, spiazzante, sorprendente, spesso in equilibrio instabile su un filo di complicità con il pubblico che più o meno intenzionalmente, ha determinato il flusso creativo on stage.
La deriva delle storie: i battenti sono stati aperti il 28 giugno, con la tappa dell’ImproTeatroFestival che ha presentato “Harold” di Coffee Brecht, uno dei format di un particolare tipo di spettacolarizzazione, l’improvvisazione teatrale, in cui una parola o una frase suggerita dal pubblico mettono in moto un intreccio di diversi plot e situazioni. Una forma “diversa” di stare in scena utilizzando diversi linguaggi teatrali, dal canto all’espressione corporea, per disegnare anche l’invisibile scenografia, saltando da una situazione all’altra, dalla tragedia alla commedia, dal nonsense all’iperrealismo. Soffio è stata la parola chiave delle cinque storie interpretate da Alessandro Cassoni, Susanna Cantelmo, Eugenio Galli, Daniele Marcori, Giorgio Rosa, Chiara Vitti.
A volte bisogna cercare l’impossibile, affinché esso sia il motore per il superamento dei nostri limiti: il 05 luglio è stata la volta della Compagnia del Futuro e di Teen Theatre che hanno rappresentato “Ultimo Primo Giorno Di Re Ferdinando VIII” di e con Cristian Izzo, e Anna Bocchino, per la regia Ettore Nigro. Una piece in chiave moderna, ispirata a “Le memorie di un pazzo” del drammaturgo russo Nikolaj Vasil’evič Gogol’.
L’incoronazione di un re che vuole salvare una luna fragile, di cartapesta, minacciata dall’imminente schiacciamento della Terra, in un domani sempre rimandato, i irraggiungibile, in un tempo eterno che scorre ma non passa mai. Il dramma dell’abbandono dei malati di mente, la malattia dei sani, spinti verso l’oblio e la disumanizzazione da una routine spersonalizzante, con toni che ondeggiano dall’ilarità al dramma, per comprendere che la “cura” dell’altro è anzitutto cura per noi stessi.
Non avere paura delle tempeste perché s’impara come governare la propria barca: il 12 luglio, Teatro Rostocco ha portato in scena “Piccole Donne” un grande classico, adattato e rivisitato da Ferdinando Smaldone che ne ha curato anche la regia. Le quattro sorelle March affrontano a testa alta ogni sfida, nonostante le difficoltà della vita, trasformandosi così, sotto gli amorevoli occhi della madre, da ragazzine in piccole donne caparbie e volitive. Paola Guarriello, Noemi Pirone, Chiara Mattiacci, Maria Anna Russo, Chiara Vitiello, e le giovanissime Francesca Caprio, Chiara De Cicco, Valeria Di Capua, hanno rappresentato la storia vintage delle sorelle March con una sensibilità che le ha rese nostre contemporanee.
La verità, semiseria, e vi prego, sull’amore: ultimo appuntamento per il Teatro sulla zattera, il 19 luglio con Teatro a Cunzumè e tutta l’irriverenza di “Tre Magnifici Scapoli” di Claudio Buono per la regia di Giovanni Merano. Tre uomini imperfetti per tre donne, le sorelle Weddingspreen, costrette a condividere tutta una vita in perfetto sincronismo. Una storia di appuntamenti al buio, sicuramente sui generis, per un plot incentrato sulle fobie e le convinzioni anglosassoni, e non solo, ad altissimo tasso ironico. Francesco Saverio Esposito, Paolo Gentile, Grazie Lecce, Carlo Liccardo, Serena Pisa, Shanti Tammaro, sono gli interpreti di questo dissacrante spettacolo in cui l’amore si configura come il mero pretesto per giustificare le nostre nevrosi e follie, magari condividendole con l’altra metà, altrettanto folle, della mela.
L’appuntamento con Teatro alla Deriva è quindi per l’anno prossimo, in attesa di ridere, sognare, piangere e pensare, au bord della zattera più salvifica che c’è.
dal 28 Giugno al 19 Luglio 2015
(via Stufe di Nerone n. 37, Bacoli – NA)
direttore artistico| Giovanni Meola
ideazione| Ernesto Colutta
organizzazione| Beatrice Baino (Crasc Compagnia Teatrale)
info| infoteatroalladeriva@gmail.com