Presentati due atti alla Camera e a Palazzo Madama per chiedere di procedere con la sottoscrizione dell’accordo tra Governo e Regione, per dare certezza di programmazione all’intero sistema culturale campano
Lo sblocco delle risorse dei Fondi di Sviluppo e Coesione per la Campania e la crisi del sistema culturale regionale che mette a rischio circa dodicimila posti di lavoro all’attenzione del Parlamento italiano. Giffoni è il caso che viene sollevato e portato all’attenzione della pubblica opinione nazionale, sia al Senato della Repubblica che alla Camera dei Deputati, con due interrogazioni parlamentari, come esempio lampante ed incontrovertibile di evento culturale che, grazie agli investimenti realizzati nei corsi degli anni, è riuscito ad innescare virtuosi processi di trasformazione territoriale in grado di portare crescita e sviluppo, di creare indotto, nuova occupazione e ricchezza. Un’idea che è diventata, perciò, fattore produttivo, tassello determinante di un’economia che la cultura riesce a mettere in moto.
Alla Camera sono stati i deputati Anna Laura Orrico, già Sottosegretario alla Cultura, e Gaetano Amato ad interrogare il Ministro per gli affari europei, le politiche di coesione, il PNRR ed il Sud, Raffaele Fitto, circa la mancata sottoscrizione dell’accordo di programma tra il governo e la Regione Campania che di fatto rende possibile l’utilizzo delle risorse dell’FSC, dando così modo a tante realtà culturali campane, di rilievo nazionale ed internazionale, di poter programmare le proprie attività per il 2024.
“C’è stato un sogno – scrivono i deputati Orrico e Amato – un sogno di provincia, di una provincia del Sud, il festival del cinema di Giffoni che, per oltre mezzo secolo, ha incantato ragazzi di tutte le età provenienti da tutto il mondo e che ora rischia di vedere compromesso il suo futuro. Purtroppo l’inspiegabile mancato sblocco da parte del Governo e del Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Pnrr , Raffaele Fitto, delle risorse del Fondo di Sviluppo e Coesione destinate al Sud comporta, di fatto, l’impossibilità per Giffoni e molte altre importanti realtà culturali di poter programmare e lavorare attingendo a quella linea finanziaria”.
“I Fondi di Sviluppo e Coesione – continuano – sono uno strumento che ha consentito ad esperienze come Giffoni, che al Paese ha portato lustro internazionale ed al territorio d’appartenenza sviluppo economico e sociale, di poter creare industrie culturali d’eccellenza. Basti pensare che nella sola Campania, con questo stato di cose, sono a rischio dodicimila posti di lavoro”.
Nella loro interrogazione fanno riferimento allo studio realizzato dal Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione, articolazione del Dipartimento per le Politiche di Coesione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha evidenziato come l’utilizzo virtuoso delle risorse comunitarie, statali e regionali da parte di Giffoni abbiano consentito, nel corso di due programmazioni, di realizzare infrastrutture a corredo dell’idea Festival che hanno determinato nuova occupazione e nuove vocazioni territoriali, diventando un caso unico di buone pratiche in Italia. Niente di effimero, perciò, ma vere e proprie linee guida per uno sviluppo duraturo.
Al Senato della Repubblica un’interrogazione al Ministro Fitto è stata presentata dal senatore Andrea Crisanti, segretario della Commissione Cultura, Ricerca e Istruzione.
“Il blocco della quota spettante alla Regione Campania del Fondo di sviluppo e coesione è a mio avviso di una gravità assoluta – dice il senatore – Il ritardo dell’erogazione di questi fondi, infatti, privo di basi giuridiche e non argomentato, ha delle ripercussioni irreversibili su importanti settori produttivi e culturali di un tessuto economico già fragile. Un tessuto che nonostante l’ironia sprezzante dimostrata dal nostro Presidente del Consiglio, ha invece prodotto grandi eccellenze, come il Giffoni film Festival, considerato da tutto il mondo una delle più belle ed efficaci manifestazioni culturali, cruciale per la crescita di bambini e giovani, e che ora, per la prima volta in 54 anni rischia di dover essere annullata. L’evento, fondato da Claudio Gubitosi e unico nel suo genere, ha creato sviluppo e occupazione in una parte del Sud dove prima mancavano opportunità di lavoro e riscatto sociale”.
“Ebbene – aggiunge – ricordo alla Presidente Meloni e al ministro Raffaele Fitto che il FSC nasce proprio per questo. Insieme ai Fondi strutturali europei, è lo strumento finanziario principale attraverso cui vengono attuate le politiche per lo sviluppo della coesione economica, sociale e territoriale e la rimozione degli squilibri economici e sociali. Sviluppo che invece pare che questo governo non voglia incentivare. Per questo abbiamo depositato un’interrogazione per sapere dal ministro Fitto quali siano le motivazioni che impediscono di adempiere a quanto previsto dalla sentenza n. 1178 del Tar della Campania del 19 febbraio scorso, che chiede di istituire l’istruttoria e la predisposizione dello schema di Accordo per la coesione da sottoscrivere con la Regione Campania – cosa che avrebbe già dovuto essere fatta”.
“Le interrogazioni parlamentari dei deputati Anna Laura Orrico, Gaetano Amato e del senatore Andrea Crisanti – dichiara Claudio Gubitosi, fondatore di Giffoni – si aggiungono al coro di centinaia di migliaia di voci che, in queste settimane, hanno espresso il loro sostegno a Giffoni, rabbia per la situazione attuale e paura per ciò che potrebbe accadere. Cittadini italiani ed esteri, famiglie e, soprattutto, i nostri giffoner che qui hanno trovato la loro casa, la loro identità, un luogo dove esprimersi e i valori che custodiranno per tutta la vita. Occorre governare questo momento di instabilità collettiva con saggezza. Ancora una volta invito il Presidente del Consiglio e tutto il Governo a fare presto e a concludere, in pace, l’iter per l’accordo tra Governo centrale e Regione Campania. Ringrazio i deputati Orrico, Amato, il senatore Crisanti e gli altri parlamentari che precedentemente hanno espresso il loro sostegno, al di là dei rispettivi schieramenti. Non è una battaglia politica ma un atto di responsabilità istituzionale verso questi giovani e questa generazione, alla quale dobbiamo dare la certezza di un Paese unito, che lavora per loro. Giffoni è un brand, sicuramente, nato al Sud ma è patrimonio italiano e mondiale”.
Ci si domanda, come mai la politica regionale della Campania non abbia promosso l promosso l’iniziativa? Visto che è del territorio? Forse perché credeva di essere una mosca bianca che non veniva ascoltata e ha preferito far muovere i veri amanti del festival e della cultura, cioè il cuore pulsante e vero della cultura le persone, ma non solo i lavoratori del settore ma tutti quelli che davvero reputano un festival come questo:” Patrimonio dell’umanità”. Claudio Gubitosi e tutte le maestranze del festival per ragazzi hanno davvero dimostrato che il Giffoni Film Festival non è amato e visto solo nei 10 giorni in cui la cittadella del cinema si affolla di bambini ragazzi, insomma persone che a vario titolo sono si l’ossigeno della manifestazione, ma per volerci ossigeno in una cosa questa ha bisogno di un cuore e di un’anima e questo Cuore è Claudio Gubitosi e l’anima sono le migliaia di persone di cui il Direttore si è circondato e che ogni anno, ormai da 54 anni riescono a cambiare il vestito a questa creatura che il GIFFONI FILM FESTIVAL. Ci si chiede anche cosa muove tutti l’organizzazione a rinnovarsi e a trovare sempre qualcosa di spettacolare, capace di stupire sia i più piccoli che gli adulti? noi della redazione vogliamo rispondere a questa domanda con una sola parola la passione. Questa chiusura mentale del Ministro Fitto è la dimostrazione che chi ci governa ci vuole ignoranti e non capaci di avere una mente pensante. Ricordiamo che chi ci governa aveva anche fatto determinate promesse in campagna elettorale che non è riuscito il a mantenere, ora questa redazione non si esprime sulle promesse fatte e non mantenute, ma pone una domanda al popolo italiano, che è la seguente per quale motivo il Governo del nostro Paese vuole interrompere il sistema cultura? Lascio a voi la risposta- Quello per cui noi giornalisti ci battiamo tutti giorni è la possibilità che noi abbiamo attraverso le testate che ospitano le nostre firme, è dare voce a chi non ne ha.