Ciao, Marco: prima di tutto presentati ai nostri lettori. (nome, strumenti suonati, genere musicale)
Mi chiamo Marco Germani, classe 75, sono nato e vivo a Vigevano, un paese della Lomellina vicino a Milano ma in provincia di Pavia. Dalle nostre parti siamo famosi per le zanzare e la nebbia, anche per le scarpe e il riso, ma sopratutto per la piazza costruita dagli Sforza pare frequentata pure da Leonardo. In questo luogo strano comincio la mia “carriera musicale” da chitarrista a 9 anni con studi classici per poi dedicarmi come tutti allo strumento elettrico durante le scuole superiori. Mi sono diplomato geometra ed ho pure fatto per poco questo mestiere di famiglia, per poi abbandonarlo e dedicarmi a tempo pieno allo studio della musica moderna. Mi sono diplomato al C.P.M. di Milano, ho aperto il primo Centro Musicale Moderno nella mia città natale e qualche anno dopo After Life Music Dimension, che è attualmente la mia “officina sonora”. In questi anni ho fondato e prodotto molte band cover e tributo, senza mai perdere la passione e il coraggio per gli inediti ed ho anche scritto un romanzo cyberpunk dal titolo Limbo Neutrale, che ha breve avrà un seguito. In questi anni ho suonato in giro e ho insegnato tanto, circondandomi di validi collaboratori. Il mio strumento è la chitarra, ma amo molto anche il basso, la batteria e le tastiere. Suono tutte le tipologie di chitarre: classica, elettrica, acustica e slide e ne posseggo quasi una decina sia di liuteria che low budget, tutte rigorosamente customizzate perché amo “fare mio” lo strumento.
Sei leader dei Limbo Neutrale: chi altri ti accompagna in questo viaggio?
Ho preferito dare spazio a ragazzi giovani, con un’età media di 20 anni perché sono più predisposti alla novità e, devo ammettere, meno fossilizzati sui “grandi classici”. Per loro è divertente usare drum pad, sintetizzatori, batterie elettroniche, sequenze e suonare più di uno strumento durante il live, sono inoltre disponibili per prove e date lontane a differenza dei miei coetanei che si dividono tra lavoro e famiglia. E’ un progetto aperto, quindi la line-up potrebbe arricchirsi e mi fa sempre piacere avere degli ospiti durante i concerti e le registrazioni. Sofia Bonardi è la voce principale e seconda chitarra, pianista e tastierista; Diego Consiglio è il bassista ma anche tastierista e cantante solista di alcuni brani; Riccardo Ferraresi è batterista e percussionista. Ho in preventivo per il prossimo anno magari anche uno show meno rock, in cui mi piacerebbe aggiungere un contrabbasso elettrico. Poi ci sono amici che curano la grafica, il look e la parte di immagine, come la mia compagna Elisa Collimedaglia, insomma non vorrei ridurre questo progetto ad una band perché non è ciò che voglio anche se sono molto soddisfatto del risultato live
Parlaci della tua evoluzione come musicista, dagli esordi ad oggi.
Ho cominciato con la musica classica per poi passare al rock, hard rock, metal, elettronica, blues ed infine colonne sonore. Diciamo che ho suonato tante cose differenti e questo mi ha permesso di non “fossilizzarmi” o diventare un maniaco di un genere, credo che la musica del nuovo millennio sia contaminazione tra vari generi, infatti non amo le etichette. Oggi ascolto e suono generi molto differenti, anche se di novità se ne sentono poche.
Esci con il singolo “Storing the past”(presente su youtube con un video): parlacene…
Questo è il secondo singolo dopo Abreaction, scritto insieme a Sofia, questo brano è strumentale ed è uscito come Marco Germani e non come Limbo Neutrale, inoltre è stato creato ad hoc per farci un videoclip quindi è meno “forma canzone” e più soundtrack.
Com’è nato il brano?
Volevo utilizzare discorsi di personaggi americani famosi, perchè trovo che la storia di questo popolo sia affascinante e piena di contrasti, avrei sempre voluto trasferirmi in America ma un po’ per mancanza di soldi e un po’ per paura non l’ho mai fatto. Diciamo che questo brano è un tributo alla loro cultura da parte di un Italiano.
Hai praticamente lavorato da solo al brano: come mai questa scelta?
Perchè è un brano essenzialmente elettronico, le uniche parti suonate sono le chitarre e il basso. Dal vivo lo eseguo con un drum pad e una improvvisazione, ma è molto diverso, credo sia impossibile da eseguire live in maniera identica.
Una domanda un po’ da geek: quali strumenti hai usato per la realizzazione di “Storing the past”? In particolare, parlaci dell’effettistica, citando i vari pedali ed effetti usati, e le loro combinazioni.
Ho usato parecchie librerie della Native Instrument come Battery per la batteria elettronica, Evolve mutation per i groove, Absynth per il tema del synth. Poi per le chitarre ho usato la mia pedaliera Helix della Line 6 che uso per tutte le mie band e anche per il live con delle emulazioni Marshall e di ampli Higain tipo il Friedman, registrando su un canale e poi sull’altro, anche il basso l’ho fatto con Helix, i dialoghi invece sono scaricati da You Tube e filtrati con il Saturn della Fabfilter, il master l’ho fatto con Ozone della Izotope più sempre il Saturn messo come primo della catena. Non ho praticamente utilizzato nulla di vecchio stile o analogico, anche i suoni delle macchine e delle tastiere sono scaricati da You Tube, pitchati, stretchati e un po’ distorti.
A un certo punto del brano c’è un campione di “Smack my bitch up”: come mai l’inserimento di questo estratto?
È un piccolo tributo a grandi autori degli anni 90, se ascolti bene c’è anche un “I’ve got the Power ”.
Nel brano compaiono, inoltre, un sacco di speech: come sono stati scelti?
Sono tutte frasi di famosi personaggi americani, mi piacciono perchè è come se dialogassero tra loro, si tratta, nell’ordine, di: Charles Manson, Steve Jobs, Martin Luther King, J.F. Kennedy, Michelle Obama, D. Trump.
Progetti attuali e futuri?
Ci saranno altri videoclip molto particolati, a seguire un album dal titolo “Regression” e il secondo romanzo di Limbo Neutrale dal titolo “Regressione”, ho usato lo stesso titolo per collegare i due mondi (quello del romanzo e quello musicale). Spero ci saranno diversi live, anche se oggi è molto difficile trovare locali seri che ti facciano suonare se non sei “famoso” o non porti 200 amici. Poi ovviamente produrre tanti artisti emergenti e portare avanti anche i progetti cover che tutto sommato avvicinano la gente al mondo della musica dal vivo.
Saluta i nostri lettori.
Grazie per il vostro interesse e per lo spazio dedicato, è sempre bello sapere che qualcuno si interessa a quello che fai, spero possiate trovare nella mia musica e nei miei romanzi un momento di piacevole evasione.