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cultura politica

La parte politica non politica di un brand come il Giffoni che con la sua essenza crea dipendenza

“Con piacere rifletto sulla nota dell’amico senatore Antonio Iannone, commissario
regionale di Fratelli d’Italia in Campania, che ancora una volta mi dà la possibilità di
tornare sulle ragioni di questa mia presa di posizione nei confronti del Ministro Gennaro
Sangiuliano”, inizia così la lunga lettera aperta di Claudio Gubitosi, fondatore di Giffoni in
replica alle dichiarazioni del parlamentare salernitano.
“Vorrei iniziare – continua Gubitosi – dal mese di febbraio quando, avendo capito che in
assenza della firma dell’accordo per i Fondi di Sviluppo e Coesione, avremmo avuto delle
grandi difficoltà a svolgere l’edizione 2024 di Giffoni, ho fatto ciò che si doveva fare e cioè
sollecitare il Governo a risolvere la vicenda e schierarmi, senza se e senza ma, con il
Presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca. L’ho fatto per difendere la storia di
Giffoni che, dopo oltre mezzo secolo, non poteva certo essere così bruscamente interrotta.
Tra l’altro l’edizione 2024, appena conclusa, passerà alla storia anche per una carica di
armonia che si poteva percepire nel corso delle giornate anche superiore a quella che
caratterizza da sempre Giffoni. E questo per lo slancio del mio team che in questi mesi ha
lavorato con passione, nonostante le incertezze legate ai finanziamenti, e alle tante
meravigliose aziende, tra sponsor e fornitori, che ancora una volta hanno creduto in noi e
hanno lavorato al nostro fianco per ottenere l’indiscutibile successo che abbiamo
registrato”.
“A distanza di mesi ricordo anche – continua il fondatore di Giffoni – la nostra
conversazione nel corso della quale sono stato ingiustamente accusato di essermi schierato
con De Luca, cosa che non avrei dovuto fare, a tuo dire, perché non dovevo mischiare le
ragioni della politica con la storia di Giffoni. Ti ho chiesto cosa avrei dovuto fare. Avrei
dovuto aspettare e cosa? Il mancato riparto dei fondi ha bloccato tantissime attività
culturali in Campania, poteva accadere anche a Giffoni, ma non è accaduto. E questi sono i
fatti”.

“La seconda data – continua Gubitosi – che mi piace ricordare è maggio quando il
Presidente De Luca ci ha comunicato dii aver trovato, nei fondi propri della Regione
Campania, un canale per un primo, importante finanziamento, quello che di fatto ci ha
dato il via libera a realizzare concretamente la splendida edizione che abbiamo chiuso solo
due giorni fa. E questi sono i fatti”.
“La terza data – aggiunge – è luglio quando da parte del Ministro della Cultura viene
aperto un bando per la promozione dei festival dedicati al cinema che, e lo dico senza tema
di smentita, punisce solo Giffoni. Scorrendo la graduatoria degli anni scorsi, non c’è nessun
altro evento che abbia superato i 250mila euro di contributo. Avendo posto un tetto al
massimo sostegno erogabile, emerge con chiarezza come solo Giffoni sia coinvolto da
questo taglio, taglio rispetto a quanto ricevuto negli anni scorsi meritoriamente per tutto
quello che facciamo, e tu sai di cosa parliamo, con il festival di luglio e con tutte le altre
attività che svolgiamo durante tutto l’anno. L’ho definito bando punisci-Giffoni. Il perché te
lo ribadisco. Perché ho osato difendere il festival e la sua storia, schierandomi al fianco del
presidente De Luca. E questi sono i fatti”.
“E fin qua non c’è niente da aggiungere – continua Claudio Gubitosi – perché esistono atti e
documenti che dimostrano esattamente lo spirito vendicativo e punitivo con cui si è agito
contro di noi. Mi piace segnalarti come anche la risposta arrivata dal Ministero della
Cultura sia aleatoria, una prova olimpica di arrampicamento sugli specchi. Il riferimento a
Venezia è totalmente fuori fuoco. La Biennale di Venezia, in riferimento esclusivamente
dal Mic, gode di un finanziamento di quasi sedici milioni e mezzo di euro, risorse che non
c’entrano nulla con il bando di cui parlo perché assegnate direttamente, senza dover
partecipare alla lotteria dell’avviso pubblico. Ma io non voglio entrare in questo. Quello che
mi porta a rispondere con particolare disponibilità alle tue parole, e non a quelle di altri che
pure maldestramente ho registrato sulla vicenda, è perché mi piace far rilevare come,
quando non ci sono argomenti validi, si inizia a parlare di finanziamenti pubblici, si tira in
mezzo la congruità di questi stanziamenti e lo si fa qualche volta con una certa,
insopportabile malizia. Ma i finanziamenti pubblici da dovere arrivano? Dai contribuenti.
Quindi io posso confermarti che noi restituiamo ai contribuenti, che sai a Giffoni non
pagano un euro per tutte le attività che proponiamo, tutto ciò che ci viene assegnato. I
contribuenti pretendono solo che lo Stato faccia il suo dovere. E lo pretendiamo anche noi”.
“A me – continua ancora il fondatore di Giffoni – queste situazioni che si avvitano in
polemiche anche velenose non fanno molto piacere e ti invito a recuperare una sola mia
parola con la quale mi schiero contro o offendo la Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni,
o il Ministro Fitto o lo stesso Ministro Sangiuliano. Non ne troverai nemmeno una”.

“In relazione a quello che non solo tu, ma anche qualche altro, rilevi – aggiunge Gubitosi –
parlando di passerelle politiche che sarebbero avvenute nel corso dell’edizione appena
conclusa, ti ricordo che a Giffoni le presenze istituzionali e politiche rappresentano una
regola perché diamo la possibilità ai nostri ragazzi di interloquire direttamente con le varie
personalità del nostro Paese. Come ricorderai, lo scorso anno da noi abbiamo avuto otto
ministri, un vice ministro e due sottosegretari di questo governo. Non mi pare che
nessun’altra forza politica, di segno contrario a quelle oggi in maggioranza, abbiano
protestato per questo. Quest’anno, avendo invitato anche i rappresentanti dei principali
partiti politici italiani, come accaduto anche negli anni scorsi, mi si vuole tirare per la
giacca, sostenendo tesi lunari, di un mio posizionamento politico. Cosa che non c’è mai
stata né mai ci sarà. Perché Giffoni non assume posizioni politiche o, peggio, partitiche.
Giffoni è di tutti. Mi piace poi ricordarti che anche per questa edizione abbiamo invitato
moltissimi ministri del governo in carica, ma capisco che spesso gli impegni e anche le
contingenze del momento possano rendere impossibile la presenza. Ma comunque ti
segnalo come il Ministro Giorgetti non abbia voluto mancare all’appuntamento con noi. Il
Ministro Abodi tra trascorso a Giffoni un’importante ed intensissima giornata. Il Ministro
Piantedosi ci ha inviato un accorato, splendido video messaggio. Abbiamo ricevuto
ringraziamento per l’invito dalla Presidente Meloni, dai ministri Nordio, Schillaci, Crosetto,
Calderone, Valditara e Fitto e dal vice ministro Cirielli.
“Desidero – aggiunge ancora Gubitosi – ricordarti come il finanziamento del Ministero della
Cultura storicamente rappresenta solo una parte residuale del nostro bilancio. Le voci più
importanti arrivano dalla Regione Campania e da nostre risorse che con fatica riusciamo ad
intercettare. Ti segnalo un altro dato. Da studi scientifici che ci sono stati dedicati in questi
anni, è emerso come per ogni euro che Europa, Stato, Regione affida a Giffoni, noi
restituiamo al territorio la stessa cifra moltiplicata per tre. Quattordici milioni di euro in
questi giorni, è il volume di affari che Giffoni muove solo per il festival di luglio.
“Lo scorso anno – continua Gubitosi – ho avuto modo di parlare con te e con altri tuoi
colleghi circa l’emendamento alla legge finanziaria per il riconoscimento di uno
stanziamento fisso per Giffoni. Ma, come sai meglio di me, è stato posto un veto generale
da parte del governo a tutti gli emendamenti di questo genere. Sono certo che per
quest’anno le cose andranno diversamente e sarò estremamente felice se ci sarà anche la
tua firma sotto questo provvedimento che ci consentirebbe di lavorare senza tanti affanni”.
“Caro Antonio –così conclude il fondatore di Giffoni, Claudio Gubitosi – è evidente che
quando dico che Giffoni è sotto gli occhi del mondo, dico la verità. E perciò solo io so
quanto abbia sofferto nel dover prendere questa decisione, quella di rendere pubblica una
situazione molto critica. Perché se il Ministro Sangiuliano avesse assunto questa decisione a

gennaio, e non a pochi giorni dal festival, tutto questo non sarebbe successo. Quindi, non
prendertela con me perché se le istituzioni sbagliano e agiscono in modo così scorretto,
improprio ed inopportuno, non si può certo dare la colpa alla vittima, è un paradosso. Ma
bisogna prendersela con gli autori o con l’autore di questa insopportabile ingiustizia. Voglio
anche dirti che l’Italia è rimasta scandalizzata per tutto questo. La conferma arriva dalle
migliaia di mail e di messaggi di sostegno che ho ricevuto, perfino proposte di
sottoscrizione che non accetterò mai, da sempre fedeli al concetto che esiste un dovere ma
esiste anche un diritto. E noi abbiamo dimostrato in Campania ed in Italia di essere capaci
di produrre un progetto di grandissima qualità, con oltre cinquecento attività durante
l’anno, un progetto che ha una enorme ricaduta economica su tutta l’area territoriale di
riferimento, che dà lavoro a centinaia di persone ed aziende, ad iniziare dai 140 tra
dipendenti e collaboratori fissi. Si inserisce in questo discorso anche la certificazione
arrivata dal Nuvap, il Nucleo di valutazione e verifica degli investimenti pubblici presso la
Presidenza del Consiglio dei Ministri, che ha promosso a pieni voti la nostra
programmazione e gli investimenti realizzati, dopo un’attenta analisi che è stata svolta qui
da noi. E tutto è accaduto durante la presidenza Meloni. Da campano, quale sei, avresti
tutti i motivi per essere fiero del fatto che Giffoni rappresenti un esempio così virtuoso.
Oltre 150 milioni di euro sono stati impiegati con fondi europei, statali e regionali per
realizzare le infrastrutture che oggi rappresentano lo strumento grazie al quale Giffoni può
dispiegare tutta la sua forza sociale e la sua potenza emotiva. Colpirla al cuore,
depotenziando la sua capacità di creare contenuti sempre più in linea con la sua funzione
ed il suo ruolo, significa di fatto rendere vano un investimento così importante”.
“Mi fermo qua – sono le parole finali di Gubitosi – ma voglio ancora ricordare che i 950mila
euro del MIC sono il 14% del nostro bilancio. Dal Ministro Sangiuliano, che tra l’altro è
campano, mi sarei aspettato un ulteriore investimento e non un taglio a giochi fatti. Resto
disponibile al dialogo, e lo dico a te e a chi mi conosce anche della tua stessa parte politica,
che Giffoni non si può certo amare a fasi alterne, a seconda delle stagioni politiche. La mia
storia, la mia età e quello che ho dimostrato di saper fare hanno rappresentato e
rappresentano una garanzia istituzionale per tutti. Continuerò la mia azione davanti al
Ministero della Cultura, come preannunciato, è andrò via solo quando il Ministro tornerà
sui suoi passi. Ti ringrazio per il tuo intervento che mi ha dato la possibilità di chiarire
ulteriormente la nostra posizione, quella di un festival che rappresenta una delle più belle
storie italiane, una storia che va tutelata e valorizzata”. Politica o non politica, il Fondatore del brand Giffoni dimostra al mondo quanto è stato importante e quanto formativo  Giffoni, Giffoni è cultura trasversale, perché oggi fa sentire a casa milioni di ragazzi che attendono i 10 giorni come l’ossigeno che respirano quando si trovano immersi nel verde. Giffoni  è politica solo perché riesce a far comprendere delle dinamiche degli aspetti del mondo, i quali vengono raccontati da coloro che li vivono in prima persona ma non ha colori, non si schiera, si schiara solo dalla parte della crescita  a 360 gradi delle giovani generazioni senza porre alcun tipo di barriera o limite di alcun genere.

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