La partecipazione al Concorso per i David di Donatello è l’ultimo dei riconoscimenti che in poche settimane ha conquistato “Etnoragù”, già trionfatore ai London Movie Awards come Migliore Commedia e Miglior Cortometraggio (Cristiano Esposito), Migliore Colonna Sonora (Mario Fasciano) e Migliore Montaggio (Nadir Kamberi, Film Edit Production) e le Menzioni d’Onore per l’interpretazione a Salvatore Misticone e Stefania Ventura protagonisti con Pietro Tammaro, Amedeo Colella, Carolina Infante, Alessandro Incerto e Mauro Palumbo.
ACCOSTAMENTI
Il cortometraggio scritto e diretto da Cristiano Esposito che la critica internazionale ha già paragonato a ‘Indovina chi viene a cena’ e a ‘Il padre della sposa’è stato anche votato Migliore Cortometraggio al New York Movie Awards e si è aggiudicato i premi Migliore Regista Internazionale e MiglioreSceneggiatura per un Cortometraggio all’International Audiovisual Market di Roma.
Immaginata per il Forum delle Culture del 2013, è la storia di un incontro-scontro tra Napoli e la Palestina, che deride tutti gli stereotipi, girata tra la città e Procida, prodotta dalla Cooperativa Ar.TuRo e finanziata da Regione Campania, Film Commission Regione Campania, POC Campania 2014-2020, Coldiretti Napoli, Teatro Serra, Procida Wi-Fi e Lega Navaleè stato presentatomartedì 19 novembre al Cinema ‘La Perla’ – a Fuorigrotta, in Via Nuova Agnano 35 – con la moderazione del critico Giuseppe Borrone.
“Nominare un luogo significa delimitarne i confini, ma questa città evoca una pluralità di sensi che rimanda ad una cultura. La vicenda ne mostra la duplice natura: un sentimento di accoglienza unico al mondo e uno spiccatissimo senso identitario. È anche il dramma di un uomo, che vede infrangersi le piccole certezze che ne rendono ovattata e sicura l’esistenza – dice Esposito – Amo la cucina e negli anni in cui imperversava Gomorra ho pensato ad una storia che, attraverso il cibo, liberasse la città ingabbiata dal cinema nei cliché e l’apprezzamento della critica, dimostrache l’intuizione era giusta” dice il regista.
CAST DI ETNORAGU
Completano il cast: Tommaso Scotto di Uccio come attore, fotografiaFrancesco La Muro, sonorizzazioneAlessandro Massa, assistente alla regia Vincenzo Fortunato, cameramen Paolo La Muro e Luigi Esposito, scene Michele Lubrano Lavadera, costumi Patrizia Barone, trucco Ilenia Lubrano di Marzaiuolo.
RAGU
“Il ragù è un miracolo gastronomico!” dice nel film Amedeo Colella interpretando se stesso, anchorman televisivo esperto di cultura e tradizione, ma per Assunta e Giovanniuna coppia anziana, tradizionalista e devota, la cui routine viene sconvolta dalla figlia Giulia, archeologa in Terra Santa, convertita all’Islam e fidanzata con un collega più grande di lei. Simbolo delle certezze di una vita che si sgretolano, è il ragù della domenica che in un istante perde ‘la gallinella’ e la ‘tracchiulella’ di maiale e con esse, il sapore delle rassicuranti consuetudini sulle quali è fondato il loro rapporto.
Pur nell’essenzialità di un racconto filmico breve, la narrazione si muove su molteplici piani; l’incontro-scontro di civiltà al centro del quale, più che le grandi questioni di fede e geopolitica, ci sono i riti familiari e un diverso sguardo sulla città, lontano dai cliché ‘crimine e malavita’, talvolta evocati come endemici e primordiali, demoliti, non a caso, attraverso due tra le più famose icone partenopee: la gastronomia e la devozione religiosa. Un passettino alla volta, incoraggiato dalla moglie, Giovanni cambierà per amore della figlia, molte delle sue abitudini fino al giorno del matrimonio, quando orchestrerà una piccola rivincita che gioca, narrativamente, con gli stereotipi in stile ‘Gomorra’.
“Penso che uno dei punti di forza che farà amare il film, sarà proprio il mancato esito scontato, che costringerà il pubblico a chiedersi perché ci si aspetti sempre un finale sanguinoso quando si parla di Napoli” il regista.
LA VICENDA
“La vicenda mette insieme Islam e Cristianità e mostra che basta fare un piccolo passo verso l’altro, per annullare ogni stupida differenza e vedere che siamo tutti figli di Dio, di un solo Dio” afferma Salvatore Misticone, padre della sposa nella vicenda.
“Questo lavoro mi ha consentito di immedesimarmi in un’altra cultura, i cui ho però trovato delle similitudini – dice Pietro Tammaro che interpreta Abdul, archeologo palestinese fidanzato con una ragazza molto più giovane – In linea con le indicazioni di regia, ho cercato un accento e delle sfumature nel linguaggio che rendessero il personaggio snob, altezzoso e antipatico al primo incontro con i suoceri, ma nel corso della storia, per amore della giovane fidanzata, anche lui cambia”.
PREMI
“Sono veramente onorato di questo riconoscimento – spiega il Maestro Mario Fasciano, compositore, cantante, batterista, polistrumentista che ha condiviso percorsi artistici e umani con star del rock come Ian Paice, Steve Morse, Rick Wakeman – perché premia il mio essere napoletano, aperto per definizione all’inclusione, e come musicista da sempre impegnato nella mescolanza di stili, culture e tradizioni. Sulla scia di avere una mente rock ed un cuore partenopeo, vedo questo premio come un riconoscimento alla carriera e al mio impegno. Aver lavorato con attori di primo piano e con un grande regista mi da’ la spinta a proseguire nel mio lavoro guidato sempre dalla passione”.
COLELLA
“Può un piatto rappresentare cultura, saperi, tradizioni di un intero popolo? Prova a verificarlo Cristiano Esposito, mettendo a confronto due popoli. Uno incontro-scontro di culture che parte da una preparazione gastronomica per indagare sui problemi di coesistenza e di integrazione tra diverse culture: un’idea geniale per celebrare il piatto simbolo della cucina napoletana. Un piatto che ha finanche generato un verbo che si usa solo per il ragù: Pepetiare. Restituisce l’idea di un processo lento, che termina quando la carne cede alla salsa tutto il suo sapore, restituendo l’immagine dello sfinimento, dello stato di prostrazione cui giunge la carne Vuoi mettere con ‘sobbollire’?” dice Amedeo Colella.
“È stato un grande piacere lavorare con un talentuoso regista, dal grande garbo e idee chiare. Trovo geniale l’idea di usare come ‘catalizzatore’ una nostra tradizione gastronomica per unire culture distanti e sono felice di aver partecipato con un mio cameo a questa commedia esilarante e dal profondo messaggio. Bravo Cristiano Esposito a cui vanno i miei complimenti,cosi come a tutto il gruppo di lavoro colleghi attori e tecnici” sottolinea Alessandro Incerto.