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Babà, “Al Capriccio” si gusta quello gigante

Se il babà è una cosa seria, come cantava la Laurito a Sanremo, quello del bar” Al Capriccio” è una cosa serissima. Il superlativo in questo caso è d’obbligo, considerate le dimensioni e il sapore di questa specialità. “Babà gigante” è il nome scelto da Raffaele Capparelli, titolare del bar – pasticceria di via San Giovanni a Carbonara 39, in zona Porta Capuana, per il suo celebre dolce. Infatti, questo babà è circa due volte più grande di quello classico, ma il sapore è quello tipico. L’impasto è soffice e leggero, la bagna delicata e profumata. Può essere farcito con panna e fragole oppure con cioccolato. Non sfigura affatto quello semplice con abbondante innaffiata di rhum.

L’idea del formato “big size” ha trovato largo consenso tra il pubblico, al punto che “Al Capriccio” è diventato il punto di riferimento per gli estimatori del babà, considerato il gran numero di clienti affezionati e di vassoi pronti a essere spediti all’estero. Molti, infatti, sono gli emigrati napoletani che si rivolgono a Raffaele per riprovare, anche da lontano, la “magia” di questa prelibatezza partenopea.

Il punto di pasta è la vera particolarità del prodotto, un segreto custodito gelosamente da Raffaele. Infatti, il suo laboratorio è off limit, eccetto che per suo nipote, al quale sta insegnando la sua arte.

Questa pasticceria, a conduzione familiare, esiste dal 1917. Raffaele porta avanti questa tradizione dal 1983 con gentilezza e professionalità.

Ma “Al Capriccio” non significa solo babà giganti. Degni di nota sono anche le torte, la piccola pasticceria, le sfogliatelle e la cioccolateria, per la quale Raffaele vanta diversi premi e riconoscimenti.

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