Prosit per il 2019, cin cin al 2020: la nuova carta dei vini “sostenibile” dell’Archivio Storico
Al suo interno i vini piwi e quelli ricavati da vigneti a piede franco… Una sfida al cambiamento climatico!
Il vino proposto dice molto della personalità di un ristorante, capace di trasformare un pasto in un percorso memorabile.
La nuova carta dei vini di Archivio Storico, locale napoletano tutto progettato sulla storia dei Borbone, redatta da Tommaso Luongo (sommelier e presidente della delegazione napoletana dell’Associazione Italiana Sommelier) con il team di Archivio Storico, guidato dal patron Luca Iannuzzi, è frutto di una riflessione comune su temi contemporanei – come il cambiamento climatico – coniugati ovviamente al concept del locale. Un assortimento ampio, ben illustrato dalla competenza del sommelier in sala, e un’identità – nei singoli vini – che prescinde da premi e riconoscimenti.
La nuova carta è un file aperto e condiviso, dichiaratamente in divenire… “Non l’unica possibile – sottolinea Tommaso -,ma pensata per rispondere ai macro cambiamenti in corso. Le etichette proposte sono tracce legate alla nostra idea contemporanea del vino”. “L ’Archivio Storico è un posto dove ho sempre voluto fare innovazione e creare sinergie tra i vari settori – dichiara Luca Iannuzzi -. La nostra carta dei vini era borbonica e meridionale, ma grazie a Tommaso Luongo ci siamo aperti al mondo, come fecero all’epoca i Borbone”.
Una mappa corposa, che si muove tra storia e geografia, con paesaggi che dalla Campania raggiungono tutto il mondo, con una particolare attenzione nei confronti della Francia (sezione declinata in un’unica fascia di prezzo, ma molto esaustiva per i terroir proposti); spicca la selezione dedicata allo champagne e quella con protagonisti i vini della Borgogna.
La proposta di etichette è il risultato di anni di appassionata ricerca. Ecco perché a vini rinomati sono affiancate chicche enoiche. Un esempio? I vini Piwi (dal tedesco pilzwiderstandfähige), dei vini super-bio frutto di incroci tra varietà diverse, anche extra europee. I vitigni Piwi sono più resistenti ai maggiori nemici della vigna: oidio, botrite, ma anche temperature rigide o piogge abbondanti. Tutto ciò li rende anche naturalmente più sostenibili, in quanto riduce la necessità di effettuare trattamenti in vigna.
Una attenzione particolare è stata poi dedicata ai vini ricavati da vigneti a piede franco, caratterizzati dal profondo legame con la storia e con il territorio. Provengono infatti da vigne secolari che, per caratteristiche peculiari, hanno resistito all’attacco parassitario della fillossera, laddove tutto il mondo ha risolto con l’innesto a piede americano.
I prezzi, ovviamente, riflettono l’esclusività del luogo e della cucina. Altro merito è quello di poter degustare i vini sia in bottiglia sia al calice, perfino gli champagne, addirittura le etichette più blasonate.
Insomma, quella di Tommaso e Luca è una proposta avvincente che promette a breve percorsi esperienziali dalle diverse configurazioni: abbinamenti a tema, verticali, focus territoriali.