SULPEZZO.it
interviste

“Arancione EasyJet”: gli Alhena tra romanticismo e leggerezza

“Arancione EasyJet” è il nuovo singolo della band romana Alhena, che esplora la potenza di una connessione emotiva improvvisa e inaspettata tra due persone, nata in un contesto casuale ma destinata a lasciare un segno profondo. Con sonorità pop e synth, il brano riesce a coniugare leggerezza e profondità, raccontando una storia che, sebbene breve, trasmette la bellezza e l’intensità dei momenti vissuti pienamente nel presente.

Attraverso una melodia avvolgente e un testo che invita a riscoprire il valore delle connessioni umane autentiche, gli Alhena vogliono ricordare quanto sia importante fermarsi e vivere il “qui e ora”. In un mondo sempre più digitale, “Arancione EasyJet” è un inno alla spontaneità e all’importanza di quei dettagli che ci permettono di legarci agli altri, anche se per un solo istante.

Come descrivereste “Arancione EasyJet” in tre parole e perché?
Sicuramente la prima parola che ci viene in mente pensando ad Arancione EasyJet è “leggera”, per via della forma comunicativa con la quale ci siamo approcciati alla narrazione nonostante tratti di un tema che è a noi molto caro, ovvero di come due persone possano sentirsi legate l’una all’altra nonostante si siano appena incontrate. La seconda è “nostalgica”, perché le dinamiche che consentono di instaurare una improvvisa quanto forte connessione emotiva fanno parte di un tempo che prende quantomeno le distanze dalla superficialità con cui spesso, ai giorni nostri, ci si approccia alla conoscenza di una persona. Chiudiamo con “romantica” perché per poter vivere una connessione emotiva come quella raccontata in Arancione EasyJet, bisogna essere davvero degli ultimi romantici

Parliamo di questo brano, come è nato “Arancione EasyJet”?
Arancione EasyJet è nato in una di quelle serate che inizi senza grandi aspettative, in cui esci quasi per abitudine, convinto che non succederà niente di speciale. Ci trovavamo in un locale affollato a Roma, quando qualcosa ha attirato l’attenzione di uno di noi: una ragazza con una maglietta di un colore arancione così particolare che era impossibile non distinguerla in mezzo alla folla. Ma non era solo il colore a renderla speciale: c’era qualcosa nel suo modo di ballare, come se fosse immersa completamente nel suo mondo.

È stato quando le mani si sono sfiorate per la prima volta che è nata una connessione così forte che è davvero complessa da spiegare. Se dovessimo usare un’immagine, diremmo che è come se un filo invisibile avesse tenuto da sempre legate due anime, anche se non si erano mai incontrate prima. Quell’istante ha lasciato un segno profondo dentro di noi, tanto che abbiamo sentito il bisogno di trasformarlo in musica. Arancione EasyJet racconta proprio questo: come un incontro improvviso e inaspettato possa creare una connessione così intensa da rimanere dentro, anche se dura solo un attimo.

Cosa manca in Italia alle band emergenti come la vostra per far emergere brani come “Arancione EasyJet”?
Crediamo che alle altre band emergenti non manchi assolutamente nulla per essere al nostro livello con brani come Arancione EasyJet. Piuttosto, siamo convinti che spesso si resti ancorati a dei pregiudizi nei confronti di alcuni generi, come ad esempio il pop ed il synthpop perché troppo “mainstream”. Oggi le band escono dalle scuole di musica e suonano soltanto alcuni generi che vengono proposti in quelle sedi perché particolarmente adatti alla didattica. Ne parlavamo giusto qualche giorno fa, mentre eravamo in attesa di suonare alle audizioni per il Tour Music Fest: tutte le band che si sono esibite prima di noi portavano dei brani originali rock o alternative rock che ci ricordavano palesemente canzoni di gruppi famosissimi. Bisogna soltanto accettare il fatto che la musica, oggi, è molto più prodotta di quel che accadeva qualche decennio fa. E che non bisogna suonare “forte” a tutti i costi, ma che ciascuno strumento deve essere al servizio del brano.

Per quale Big vi piacerebbe scrivere una canzone un giorno?
Se dovessimo sognare davvero in grande ti diremmo i Coldplay perchè sono la band alla quale ci ispiriamo di più. Se invece volessimo far connubiare il sogno con un minimo di realismo, pensiamo che ci piacerebbe moltissimo scrivere un testo con i Pinguini Tattici Nucleari: Zanotti è un genio assoluto a scrivere ed il suo modo è davvero unico. Sarebbe davvero fantastico poter collaborare con artisti così bravi in quello che fanno anche se, te lo diciamo in totale onestà, non sappiamo se e tra quanto tempo saremo in grado di avvicinarci al loro livello.

Quale consiglio dareste a chi, come voi, intende intraprendere un percorso nel mondo della musica?
Sembrerà il consiglio più banale del mondo, ma studiare il più possibile non soltanto musica all’interno di una scuola, ma anche materie strettamente correlate. Un grandissimo cambio di rotta per noi l’ha segnato un corso di produzione musicale con Matteo Cantaluppi, produttore dei Thegiornalisti e Francesco Gabbani (tra gli altri). Anche valutare l’idea di partecipare a dei casting con delle etichette discografiche è da tenere in considerazione se si vuole essere supportati da professionisti del settore. Ed in ultimo, essere pronti a delle rinunce: la musica non è fatta di cliché ma di impegno e sacrificio, spesso anche economico.

Qual è il messaggio che volete portare con la vostra musica, incluso con “Arancione EasyJet”?
Quando abbiamo scritto Arancione EasyJet, l’idea era proprio quella di mettere in luce la bellezza di vivere le emozioni così come vengono, senza filtri, senza schermi in mezzo. Viviamo in un’epoca in cui tutto passa attraverso la tecnologia: le relazioni, i sentimenti, persino i momenti più spontanei vengono mediati da uno schermo o da una notifica. E ci siamo chiesti: quanto di tutto questo ci stiamo perdendo? La canzone è un invito a riflettere su questo, a fare un passo indietro e a ricordare quanto sia importante vivere il qui e ora, senza aspettarsi che la connessione arrivi solo via app o social.

Crediamo che, anche se siamo costantemente ‘connessi’ online, c’è una solitudine di fondo che spesso non riusciamo a vedere. Le vere connessioni, quelle che ti fanno sentire davvero legato a qualcuno, possono nascere solo se diamo loro spazio per crescere, se ci fermiamo un attimo a guardare le persone negli occhi, a notare quei piccoli dettagli che nella vita reale fanno la differenza. Come quel momento in cui Andrea ha notato la ragazza con la maglietta arancione in mezzo alla folla: è stata proprio l’attenzione a quel dettaglio a creare una connessione immediata, qualcosa che nessun messaggio o like avrebbe potuto far succedere. In fondo, è questo che vogliamo trasmettere: fermiamoci, lasciamo spazio all’inatteso, perché è lì che nascono le emozioni più vere.

Related posts

Intervista e curiosità, conosciamo i Thanks, Welcome Aboard!

valentina

Teo gfo ci presenta “Dal sottosuolo” e ci parla del suo sound

Cirillo

Diego Sommaripa, intervista all’attore e regista

Redazione

Lascia un commento