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cronaca

A Scampia una mappa emozionale realizzata dai sofferenti psichici

Presentazione domani a Piscinola. Protagonista il centro diurno Gattablu, nato con Sergio Piro e oggi a rischio di chiusura per la crisi Asl

Venerdì 27 Settembre 2024 ore 17

Sede Ottava Municipalità di Piscinola-Marianella

Piazza Tafuri

Napoli

NAPOLI – Una mappa emozionale dove disegni, colori e parole raccontano la storia di una comunità che cura. È l’eccezionale installazione artistica interamente realizzata da sofferenti psichici attraverso laboratori collettivi nel centro diurno Gattablu a Scampia che sarà presentata domani, venerdì 27 settembre alle 17 presso la sede dell’Ottava Municipalità di Piscinola-Marianella (in piazza Tafuri). L’incontro sarà un’occasione di confronto sui temi della cura e della salute mentale e dell’esperienza del centro diurno di salute mentale Gattablu della cooperativa ERA (Gesco), nato nei primi anni ‘90 a Scampia con Sergio Piro, uno dei primi centri di riabilitazione psichiatrica e psicosociale in Campania. Interverranno, tra gli altri: Nicola Nardella, presidente dell’Ottava Municipalità del Comune di Napoli; Giacomo Smarrazzo, presidente di Gesco; Mirella La Magna, Gruppo di risveglio dal sonno (Gridas); Aldo Bifulco, Circolo Legambiente La Gru; Adolfo Ferraro, psichiatra.

La mappa emozionale è stata realizzata nell’ambito del progetto di ricerca-azione “La cura”, che intende connettere riabilitazione psicosociale, arte collettiva e cartografia critica.

Il progetto è frutto di un percorso durato un anno che ha coinvolto utenti e operatori, insieme alla rete territoriale di associazioni di Scampia “Pangea” e alla cooperativa L’Uomo e Il Legno. “La cura” vuole testimoniare un’operatività comune ai centri diurni di salute mentale, per rendere visibile il lavoro di cura quotidiana svolto dagli operatori sociali attraverso pratiche trasformative e relazionali coltivate negli anni insieme a utenti, famiglie e cittadini del territorio. Un lavoro che viene messo a rischio oggi dalla crisi aperta con la Asl Napoli 1 Centro, come denunciato pubblicamente dal gruppo Gesco.

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