Il passaggio dal palcoscenico al grande schermo è sempre importante e delicato, ed è quello che si accinge a fare l’attore e scrittore Alessandro Bergonzoni con il film Urge, diretto dal suo storico collaboratore Riccardo Rodolfi e distribuito in sala da EXIT Med!a a partire dal 3 marzo prossimo. Tratto dall’omonimo successo teatrale, il film è la ripresa del monologo con cui Bergonzoni si scaglia contro le vacuità e le metastasi culturali della società di massa. Realizzato con cinque cineprese in alta definizione – una scelta notevole se si considera la sua provenienza teatrale – che restituiscono punti di vista inediti, Urge il film diventa altro e va oltre il consueto spettacolo teatrale.
“Ci siamo accorti strada facendo”- dichiara il regista Rodolfi – “che Urge mutava sotto le inquadrature delle camere, si trasformava nell’uso dei primi piani stretti, nelle sfumature attoriali, nei punti di vista altrimenti impossibili in teatro”. Attraverso un attento lavoro di regia ne è nata un’opera unica e piuttosto singolare nel percorso artistico di Bergonzoni, che osserva come il testo sia stato trasposto al cinema “senza capovolgerlo, rispettando la sua cifra essenziale”.
Lo spettacolo, che in tre anni ha visto 280 repliche teatrali in tutta Italia, ma anche in Svizzera, Germania e Spagna, è un urlo contro il piccolo egoismo, l’innocuo vacillare della vita, l’ignavia dei nostri giorni: “abbiamo bisogno di grandezza e non di mania di grandezza, “urge” fantasia”, fa sapere Bergonzoni. Attraverso un profondo lavoro sulla voce e sul pensiero, così come sulla scrittura e sul corpo, il comico fa viaggiare attraverso i temi più cari al suo teatro – l’altro, l’oltre, il rimbalzo della norma, il gioco di specchi – e incita a fare voto di “vastità”. Un valore, quello della vastità suggerita dall’autore bolognese, che va riposto nell’aprirsi all’incommensurabile, all’invisibile, all’incredibile, persino all’onirico, per uscire da abitudini mentali indotte dai discorsi in cui tutti ci troviamo immersi ogni giorno, in una società asfittica e malata di egocentrismo.
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